Il suo vero nome era Luigi Colombo (Fillia era il cognome materno), è stato un artista futurista italiano poliedrico nell’affrontare diverse problematiche artistiche. Fu attivo sul fronte delle avanguardie artistiche, soprattutto abbracciando completamente lo spirito futurista, nel periodo definito secondo futurismo di cui fu fondatore, animatore e leader sul territorio torinese.
Nel 1922 è coautore del libretto Poesia proletaria e nel 1923 costituisce a Torino i Sindacati Artistici Futuristi, promotori di una rivoluzione proletaria in chiave futurista. Nel 1928 organizza il Padiglione Futurista per l’Esposizione Internazionale di Torino.


La sua iniziale attività è legata fortemente alla parola, sia nel teatro che nella poesia, ma sfocia anche nella pittura, con uno stile legato inizialmente all’astrazione per poi giungere a una figurazione che viene definita cosmica. Pubblica la rivista La terra dei vivi. Svolge anche attività critica e storica e fonda le pubblicazioni la Città Futurista nel 1929 e La Città Nuova nel 1931. In questo ultimo anno, cura la pubblicazione di un importante repertorio internazionale La Nuova Architettura e firma con Marinetti il Manifesto dell’arte sacra futurista.


È stata recentemente messa in evidenza una serie di suoi lavori pittorici sull’arte sacra, tema classico della tradizione italiana, rivisitato in una sperimentale chiave spirituale-meccanica futurista. Nel 1932, sempre con Marinetti firma La cucina futurista. Nel 1933 esegue con Enrico Prampolini il grande mosaico futurista Le comunicazioni all’interno della torre del Palazzo delle Poste alla Spezia.
Muore nel 1936 a Torino.