Giovedì 3 ottobre, in occasione di Start, la notte bianca delle gallerie genovesi, le opere di Antonio De Luca riaprono le porte, dopo alcuni anni di chiusura al pubblico, della sede del Vicolo di Piazza Pollaiuoli 8 nella nuova veste di Casa-Galleria con la mostra L’altra stanza. Tele e ceramiche guidano la visita all’interno dell’abitazione, donando nuova vita allo spazio che le ospita. Gli ambienti e le opere si compenetrano e si amalgamano, così da generare un’atmosfera immersiva e ospitale che conceda di perdersi nella suggestione e di ritrovarsi nella riflessione. Una mostra site specific nella quale De Luca riprende i contenuti della sua ricerca artistica e li scandaglia ancora una volta. Da sempre interessato a indagare l’essenza della figura femminile, le forme della natura e la dualità dell’esistenza, questa volta l’artista avvia un’ulteriore ricerca introspettiva che gli permette di vagliare questi temi, esplorando le diverse stanze della sua interiorità. Gioia e dolore, forza e fragilità, paura e audacia sono opposti che coesistono dentro ogni essere umano. E nella convivenza di questi opposti, qualcosa è mostrato e qualcosa è celato. Il vuoto lasciato nella tela e il tratto non delimitato offrono una metafora di questo equilibrio tra ciò che si vede e ciò che rimane nascosto, ma invitano anche a godere dell’opportunità della persistenza dell’indagine introspettiva: la ricerca non si esaurisce nello spazio delimitato, in questo caso dalla tela, ma può proseguire senza confini.

L’altra stanza. Una finestra sul mondo dalle mille possibilità (Testo critico di Beatrice Audrito)
La Casa-Galleria Il Vicolo nella sua sede di Genova ospita L’altra stanza, una mostra personale dedicata all’artista Antonio De Luca (Pompei, 1977). L’esposizione presenta una raffinata selezione di opere su tela e sculture in ceramica con le quali l’artista torna a riflettere sulla figurazione quale pretesto per affrontare tematiche nuove come la fragilità e la dualità dell’esistenza. La pittura di De Luca si esprime in immagini intime e delicate, ottenute stendendo il colore ad olio sulla carta da spolvero come in Fiori di campo e Sogno lucido: opere abitate da figure e elementi vegetali appena abbozzati che ricordano l’eleganza e la leggerezza delle sinopie, i disegni preparatori tracciati sui muri prima di realizzare la pittura a fresco o il mosaico nel Cinquecento. Nelle sue opere le figure, tratteggiate velocemente sulla carta da spolvero senza indugiare su inutili orpelli decorativi, sembrano fluttuare su sfondi indefiniti dove lo spazio vuoto assume una dimensione piena e significante, come nella cultura orientale. Un’indagine intima e sistematica che ha caratterizzato la ricerca di Antonio De Luca dagli anni Novanta ad oggi, al fine di sviluppare un proprio codice formale: un linguaggio coerente e personalissimo che si rinnova costantemente abbracciando la pittura e la scultura fino a sconfinare nell’installazione. L’attenzione alla pratica installativa si ritrova in molte sue opere recenti come in Natura, un’immagine che si staglia sulla parete come un affresco di epoca barocca, per poi sconfinare oltre il quadro conquistando lo spazio architettonico grazie alle “espansioni”, elementi realizzati in ceramica dipinta che rievocano la natura transitoria dell’immagine, rivelando qualcosa d’altro come in un eterno gioco di specchi. In mostra anche un ciclo di opere inedite, frutto dell’ultima fase di ricerca dell’artista dove la figura femminile —elemento centrale di molti suoi cicli pittorici—, si sdoppia suggerendo un’altra possibilità di noi stessi. E’ ciò che accade in Un’altra me e in Un ritratto del doppio, due opere simbolo di questo periodo dove De Luca utilizza una nuova modalità rappresentativa per introdurre il tema del doppio quale “altro da sé”: quella parte che abita in noi ma che spesso non vogliamo mostrare per paura che faccia ombra. Una sorta di alter ego della nostra personalità che esiste e coesiste, lottando per tornare in superficie. Un tema, quello del doppio, affrontato da numerosi artisti nel campo dell’arte come nella letteratura quale pretesto per esplorare la dualità dell’essere umano dietro la quale si cela spesso un’eterna lotta tra bene e male, luce e ombra, linearità e complessità. È il binomio che si ritrova in numerose opere di Alighiero Boetti, Giuseppe Penone e Giulio Paolini ma anche lo sdoppiamento che si rintraccia in molti personaggi dei romanzi di Luigi Pirandello, che vivono spesso due vite parallele: quella evidente, manifesta ma anche quella interiore, spesso celata e mascherata ma non per questo meno autentica e possibile. Un escamotage per raccontare una delle caratteristiche della condizione umana, esprimendo tutte le contraddizioni del mondo contemporaneo dove noi siamo l’una e l’altra cosa, una cosa e il suo contrario. Siamo Uno nessuno centomila. L’altra stanza è dunque un invito ad andare oltre la superficie, per esplorare il nostro mondo interiore senza limiti e timori, accettandone la complessità e l’incongruenza. Una questione profonda che ha a che fare con la percezione che abbiamo di noi stessi e con la distanza più o meno marcata tra il Sé Reale e il Sé Ideale -secondo il modello dello psicologo Carl Rogers- ovvero tra chi siamo e chi vorremmo essere. E’ l’altra parte di noi che si apre all’ignoto come una finestra su mondo sconosciuto dove si celano mille possibilità.

Biografia 
Antonio De Luca dopo il conseguimento del diploma presso l’Istituto d’Arte “Benvenuto Cellini” di Valenza decide di seguire la sua inclinazione artistica frequentando le lezioni del corso di Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Negli oltre vent’anni di attività la sua opera ha subito profonde mutazioni. Oggi lavora principalmente utilizzando la carta da spolvero, i colori a olio e la ceramica. Elementi distintivi della sua produzione sono le colature e gli aloni che la pittura a olio lascia sulla carta da spolvero, e la spazialità sospesa e mai definita entro cui si muovono i suoi soggetti. Nel suo lavoro la pittura a olio si unisce alla ceramica in opere che superano la mera pittura per assumere una dimensione ambientale di conquista dello spazio circostante. De Luca colloca sulla parete elementi tridimensionali in ceramica, le espansioni, assegnando in questo modo un valore di installazione al suo intervento. Lo spazio indefinito del dipinto si fa così tangibile e misurabile all’esterno della superficie pittorica. Vaghe figure femminili senza un volto ritratto, una fauna maestosa, fiori dall’elegante essenzialità e, infine, frammenti di statue antiche sono i soggetti che l’artista traccia sulla carta o riproduce sulla ceramica in opere che spaziano dalle grandi carte dipinte ai preziosi gioielli d’artista. Negli ultimi anni si è dedicato anche all’attività curatoriale come direttore artistico di mostre ed eventi. Tra le mostre e i progetti dell’artista si segnalano Fragile bellezza. Arte per il corpo, a cura di Lia Lenti e Domenico Maria Papa, Palazzo Valentino, Valenza, (2021); CAOS l’equilibrio della pittura (2021) presso la Zaion Gallery di Biella; Il bosco di fuori, Artsite Residenze Reali, a cura di Domenico Maria Papa, Palazzina di Caccia di Stupinigi, (2019). Nel 2022 collabora con Glamora, brand di wallcovering, per l’ideazione di diverse carte da parati. Viene, inoltre, menzionato nell’Enciclopedia dell’Arte, edito da Zanichelli, a cura di Edigeo, in 900 Cento Anni di creatività in Piemonte, Silvana Editoriale, a cura di Marisa Vescovo e in Preziosa Opera, Capolavori d’arte e tradizione orafa a Valenza, Interlinea Edizioni, a cura di Domenica Maria Papa. Con la galleria d’arte Il Vicolo: A macchia d’olio (Genova) 2011, Sweet lines (Genova) 2014, Delicate trame (Milano) 2015, Il profumo dei fiori di carta (Genova) 2018, La natura del vuoto (Milano) 2024.

La mostra rimarrà aperta dal 3 ottobre al 23 novembre 2024
Opening: giovedì 3 ottobre 2024 ore 18
orario: lunedì 15.30 – 19.30
da martedì a sabato 9.30 – 13 / 15.30 – 19.30
giovedì 9.30 – 19.30
Galleria d’arte Il Vicolo – Piazza Pollaiuoli 8, Genova
telefono: 010 2467717
mail: info@galleriailvicolo.it